domenica 25 gennaio 2009

Erano gli anni...1.a parte

Il ritrovo della vita di una decina di amici, prese vita tra le obsolete pareti della Latteria Anna di via Decio Raggi 138. Alla Sig.ra Anna, si dava del Lei, per un senso di soggezione che incuteva il  fare scorbutico e per la venerabile età. Perennemente in grembiule bianco e ciabatte marroni, alle prese con attacchi di sciatalgia e colpi improvvisi di narcolessia, Anna (la lattaia) era più di una seconda Mamma. Con il suo modo rude, ma benevolo, salvaguardava l'integrità e l'educazione del gruppo.
Distolta puntualmente con un colpo di tosse da Gustìn, (il marito idarulico) e con tono perentorio: "Anna uiè un burdell !!, la Signora Anna si alzava svogliatamente dalla sedia appoggiata alla parete sinistra del bar, si asciugava il rivolo di saliva sulla guancia e raggiungeva con passi claudicanti, il bancone sopraelevato dalla pedana di legno. Somministrava paste dure come il compensato e tartine con maionese marrone, con la garanzia di una freschezza assoluta. "Sono di questa mattina!" affermava con voce amplificata. Dal frigorifero appoggiato alla vetrina estraeva ghiaccioli verdi a 50 lire ravanati da un braccio infreddolito. Non ti dovevi azzardare a servirti da solo! Dosava con arte da consumata Sommellier, bicchieri di spuma a 60 lire, (circa 10 lire in più del Bar Stefano e del Muovo Fiore), senza mai riempirli troppo, perchè era uso chiedere il bis, in particolare di spuma bianca, o di cedrata Tassoni, succhiata attraverso una liquirizia dura come il cemento.
Il primo a presidiare la Latteria, era Spartaco che dopo avere cambiato una decina di monetine si apprestava a battere l'ennesimo punteggio record a flipper, regolarmente impresso nel display, con un pennarello. Nessuno sarebbe mai riuscito a battere i suoi primati, nemmeno Mosca!  Quel flipper-totem era testimone delle nostre evasioni. 
Il secondo in ordine di apparizione era il "Nanni", che abitava dietro l'angolo della latteria. Nel tardo pomeriggio il gruppo s'infoltiva. Fausto con il suo Ciao verde, impennato alcuni metri prima del parcheggio; Tocchi con una Lambretta d'epoca del terzo Reich; Grazioli a cavallo del KTM; Mosca ed Eros attraversando la strada; Luca la Barbara, Massimo la Paola e Mandolesi scendendo le scale, il mitico Gigi da Piazzetta Petrarca.
I tormentoni di quel periodo erano le impennate del mitico Filippo, accompagnate dall'inno: “Oh come impenna bene Aiello!!!” A quei tempi Grazioli rappresentava per noi il nostro Amazon Prime con le ultime novità nel settore degli occhiali ed orologi, recuperati tramite canali al limite della legalità che solo lui poteva conoscere. Chi non mai inforcato un paio di Ray Ban procurati da Grazioli!
Alla Domenica si programmavano le pizzate da Casson alle 5 del pomeriggio, per evitare la lunghissima fila, obbligatoria per assaggiare la gustosa, metà ortofrutta e metà gorgonzola, servita su un tagliere di legno.
Ma la vera e propria goduria era assaggiare la panna di Viroli, o l'affogato di Gnak a Meldola.
A fine settimana si fremeva, era il momento de "la Domenica della Bussola". Per raggiungere la Fratta c'era chi sfruttava la diligenza, fino a quando un giorno, complice il ghiaccio, si rovesciò, eliminando definitivamente quella opportunità di trasporto. Nanni diventato maggiorenne fu il legittimo erede di una invidiabile 500 blu, mentre Gabrio viaggiava con una sgangherata Dyane 2 cavalli, divenuta famosa per le peripezie su due ruote affrontate nelle curve di piazzale della Vittoria.
La Bussola non era una discoteca qualunque, era LA DISCOTECA! Apertura alle 14:30 di domenica pomeriggio, ma già dalle 13:30 gli assidui si trovavano all'ingresso per valutare le nuove strategie di ballo. Si di ballo, perchè in quel periodo era più importante ballare che farsi attrarre dalle suggestioni femminili. In quei tempi non prevalevano tanto le cubiste, ma i cubisti! Si ballava ininterrottamente per 4 ore fino alla chiusura. Molti di noi si portavano da casa la maglietta o le magliette di ricambio dentro una sportina della coop.
Gli ispiratori dei futuri Centocelle, si chiamavano Mambo, Angelo di Cesena, Vincenzo, Gigi, Monta, Federico, Paolone, Fausto...tutti ordinatamente con chioma sotto le spalle, (ad eccezione di Federico e Vincenzo già colpiti prematuramente da attacchi di alopecia), pantaloni a campana e scarpe a punta. 
Poi scoppiò il fenomeno del DJ d'ascolto ed il virtuosismo del disck Jokey attirava l'attenzione di centinaia di fans e di emuli del mixer. Dapprima Bob e Tom, poi Mozart, Rubens, Jano, Spranga, L'Ebreo, Claudio, diventarono veri e propri idoli. Circolavano copie di musicassette della Baja degli angeli, Goody Goody, Boomerang, Papillon, New York, Mecca. Chi aveva uno di questi nastri veniva corteggiato come nemmeno capitava alla Marina Mirri. Gli LP di John Tropea (Too Touch You Again ) e John Ford sostituirono nelle preferenze quelli dei Pink Floyd e Queens. Anche nel nostro gruppo, alcuni non rimasero indifferenti al fenomeno, e ben presto Paolone, Enea, Andrea, Pietro, Gianni, dilapidarono tutti i risparmi per acquistare 2 Technics 1 mixer e centinaia di dischi in vinile custoditi gelosamente dentro ceste di plastica bianca. Non c'era festa in cui un DJ casalingo non fosse protagonista assoluto della serata.
Non che la musica fosse tutto, anche noi avevamo qualche rara pulsazione inguinale tenuta però a freno da un elevato senso del pudore. Si partiva in motorino, con il Ciao, Bravo, Boxer, College, alla volta del Cimitero degli Inglesi. Lì si consumavano i primi limoni con un pudore da tempo delle mele.
Le coppie di quei tempi erano: (Bruno e Rossana) - (Luca e Lolita) - (Seminara e Rosetta) - (Gigi e Edda) - (Mosca e Stefania) - (Vincenzo e Danielona) - (Alberto e Osiria) - (Fausto e Carla) - (Pietro e Roberta) - (Enea e Barbara) - (Gabrio e Lorena) - (Montanari e Simonetta) -(Muffo e Annamaria) - (Mighetti e Paola) - (Raffaele e Romana - Tampellini - Ciavorella - Fiammetta - Claudia.....eh si il vero latin lover a quei tempi era proprio il Nanni!!!!)
Arrivava il fine settimana e con la Fiat 500 del Nanni si raggiungeva il Bagno Ferrara, di Gino e Patrick, dove tra una partita di Beach, Calciotennis, e calciobalilla, l'obiettivo era abbronzarsi il più possibile.
Si sviluppavano tecniche sopraffine per attirare i raggi UVA. C'era chi provava a bagnarsi con la birra, chi s'intaccava con il grasso di foca, chi si ungeva di olio di cocco. L'importante era ustionarsi per eliminare il pallore del lungo inverno. Si tornava alla domenica sera, in situazioni da reparto ustionati.
Erano gli anni in cui si contrabbandavano copie lussuriose di Caballero o LeOre, passate di mano in mano, come una catena di S.Antonio. Ci si informava se provenivano dall'archivio di Gabrio perchè in quel caso le pagine più sensibili risultavano definitivamente incollate! Erano gli anni in cui nel portafoglio, dovevi tenere almeno un gettone del telefono ed un ha-tu (scaduto), il primo per avvisare che facevi tardi, il secondo per puro narcisismo. Privi di ogni supporto tecnologico, qualcuno aveva sentito parlare del commodore 64 (uscito nell’agosto del 1982), ma era ascoltato come chi racconta un avvistamento Ufo. Non si parlava di cellulari,  ma di file per entrare in una delle tante cabine telefoniche verniciate di rosso, trasformate per alcuni in seconda casa. 
Migliaia di biglietti e lettere circolarono dentro il contenitore rosso all’ ingresso del Tabacchi della Cinzia. Nell’intimo di quegli scritti c’erano le nostre idee, gli inviti, i proclami, gli amori iniziati e quelli finiti.
Le pubbliche relazioni, avvenivano attraverso il racconto di leggende popolari ed i messaggeri si personalizzavano in postini che all’ occorrenza destinavano biglietti-inviti per la festa di turno. “Sai che quelli della latteria hanno organizzato una mega-festa per l’ultimo dell’anno a S.Colombano? Ben presto il tam-tam echeggiò tra le compagnie più conosciute, “La Piazzetta”, “Paccagnella”, il “Bar Stefano”. La richiesta di biglietti superò di gran lunga quella che era la capienza massima per il sotterraneo della chiesa di S.Colombano. Eros ogni tanto ci aggiornava sull'esito della prevendita: Oh ragazzi siamo almeno 400! Un record per quei tempi, che conoscevano solo la festa a casa di Gabrio, con al massimo 15 persone stipate al buio di una ex lavanderia. Si lavorò alacremente per almeno una settimana, dormendo un paio di notti dentro un sacco a pelo all’interno del locale, per guadagnare tempo. Tutto era pronto, l’enorme manifesto appeso, parodiava il film appena uscito di Francis Ford Coppola: “I ragazzi della 56.a Latteria”, segnalandone l’ingresso. All’interno spiccava il palco, dove dietro la consolle, Pietro ed Andrea fibrillavano, dopo lunghe nottate di estenuanti scratch.
Per scaldarsi il "Mando" si scatenò in un delirante flamenco sulle note di "Don’t let me be misunderstood" dei Santa Esmeralda.http://it.wikipedia.org/wiki/Don Un brano che faceva voglia di agitare anche i più artritici pantofolai. Al termine, fu annunciata la gara ufficiale di ballo che vedeva al centro della pista una decina di coppie, più o meno improvvisate, distinte da una pettorina numerica per facilitare il compito della giuria.
La coppia n° 8, formata da Vincenzo e Carla, dopo il ballo del qua-qua, un tango argentino con la rosa in bocca e la mazurca di periferia, convinse la giuria, soprattutto dopo una sofferta prova di LIMBO in cui Vincenzo dimostrò di avere contaminazioni sudamericane. La sua schiena strisciò a 5 cm da terra, digrignando i denti, con un colpo di reni, riuscì a scivolare sotto l’asticella facendola vibrare solo quel tanto per non farla cadere. Lo sforzo gli costò caro, da allora non si riprese più, lo portarono via di peso e lo sdraiarono dietro il bancone della birra. Quella nottata, rimasta impressa come la più memorabile, raggiunse l’apice con il carretto dei gelati di “Perotto”, acquistato per la cifra record di 300 mila lire, ed una commovente pièce teatrale sulla nascita del bambin Raffaele incastrato dentro una culla di legno, sostenuta da due magnifiche regine ( Monica e Lia). La festa ebbe ripercussioni di strabiliante popolarità e la Latteria Anna divenne meta di leggendari pellegrinaggi . Ogni anno veniva riproposta la possibilità di ricreare quell’evento, ma fortunatamente rimase l’unico di quella portata e rivissuto, come si può ricordare mestamente il concerto di Woodstock (1969), la chiusura della baia degli angeli (1979), od il Live-Aid di Bob Geldoff (1985).

2 commenti:

mattax ha detto...

Non so chi tu sia, io sono Matteo e ho 49 anni. Mi ha fatto piacere leggere di Mozart (vecchio amico tirchio come pochi), Tom, Rubens, Jano (mi ha sempre fatto pena anche se ci conoscevamo appena), il furbetto del quartierino che tu ometti, Roberto Rossi, anch'esso con grandi aspettative da dj, tutte deluse. Non è l'unico, prima lo preseguo. l'Ebreo e Spranga con i quali condividevo in tenda ogni estate per 3 o 4 volte a Lido di Savio la tenda nel mitico "Canal camping" che noi avevamo inventato per non prendere le botte dai bagnini di notte mentre dormivamo sui loro lettini per turisti. Ma dei nomi che fai non ce n'è uno che conosca, tutti scoonsciuti, possibile? Delle due l'una: ho li hai anonimati, oppure vivevamo le stesse cose, negli stessi posti, bar Basket, Lido, Minibar, Latteria in centro a Forlì con Franco Rizzi e la buona e bellissima Nicoletta alla Villa delle Rose con Paganini. Non torna qualcosa in ciò che scrivi. Se ci riesci spiegamelo. Saluti dalla Dolcini.
Matteo

stammi sano o sana.
matteo che con widmer caponera ci chiamavano il gatto e la volpe. Non so chi dei due fosse la volpe.

ciao

Anonimo ha detto...

Ciao,
mi chiamo Fabrizio e sono un 61.
Ho vissuto la stesse cose a qualche centinaio di metri, un po' nel Bar Stefano, in via Bolognesi, o nella tabaccheria dei miei, sempre in via Bolognesi o nel bar di fronte all'ex cantina sociale in via Decio Raggi (c'era un bar, con sala biliardo anche sull'altro lato della cantina).
Ricordo che uno dei nostri amici, tale Paolo Natalini, con fisico palestrato giubbottino di pelle nera alla Fonzie e fruit bianca, arrivava e metteva una moneta nel Juke Box (50 lire?) per ascoltare i Queen (We will rock you/We are the champions) allo sfinimento.

Aggiungo: Bul Bul e Ciao Ciao di Pinarella (Bagno Bianchi) alla lista disco nonche' qualche radio libera... per citarne qualcuna: Forli' Radio Uno e Radio Mania.
C'erano programmi gettonatissimi dove si chiamava per dedicare pezzi alle morose.
Se la memoria non mi inganna, le sigle erano queste:

http://www.youtube.com/watch?v=nNDxxVguDwE

http://www.youtube.com/watch?v=4BsW8r89Nrw

Devo dire che quest'ultimo pezzo, risentito oggi, e' tutt'ora notevole.

Il Mando di cui parli, forse l'ho conosciuto anch'io, e se parliamo della stessa persona stava con una bionda, tale Stefania, che fu "oggetto" di contesa, con relativa scazzottata :-)

Chicca finale:
festa dell'Oliveti al Bul Bul, (1981?) sul palco presentava una nota forlivese S.T. (frequentava la Bussola in coppia con altra notevole gnocca, M.V. eletta miss Italia poi squalificata perche' mamma) dicevo, S.T. -che presentava l'evento- piroetto' in gonna, sul palco.
Io ero dall'altra parte del Bul Bul e nonostante fossi fortemente miope e senza occhiali, comunicai una mia netta sensazione al mio amico distratto.
Sensazione poi confermata il giorno dopo dai giornali... la tipa era senza mutande, ed allora, si sa, non andavano di moda depilate :-)
Insomma non ci vedevo molto bene, ma per certe cose lo scanner di bordo funzionava a meraviglia.

P.S.
C'era una della zona, gnocca da paura, capelli sul rossiccio, fisico mozzafiato, cher non ho piu' rivisto.
Secondo me dava della gran paga sia alla S.T. che alla M.V. messe insieme.
Si chiamava Cristina Spedaluzzi.
Ebbene si', gran parte delle mie diottrie le ho sacrificate a lei.

Qualcuno ha notizie di che fine abbia fatto?
Mi deve un paio di occhiali, come minimo.

Ciao!
Fabrizio